Nella nostra parrocchia, oggi domenica 11 novembre, sospendiamo la liturgia della trentaduesima domenica del Tempo Ordinario per celebrare la festa di san Martino, patrono della comunità parrocchiale.

Il brano del Vangelo di Matteo (capitolo 25, versetti 31-40) che ascoltiamo ci parla del giudizio che il Figlio dell’uomo [Gesù], quando «verrà nella sua gloria», farà su ogni persona. Saremo giudicati sull’accoglienza concreta del fratello bisognoso. Gesù si identifica con i più umili, i più deboli: «Ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero straniero e mi avete accolto, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, ero in carcere e siete venuti a trovarmi». Di fronte alla meraviglia dei giusti che affermano di non avere mai visto Gesù in queste condizioni, il Signore affermerà: «In verità io vi dico: tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me».

L’essenziale della vita cristiana non è il dire, il manifestare la fede solo a parole, ma il praticare l’amore concreto per i poveri, i forestieri e gli oppressi. Una lezione che dobbiamo sempre ricordare: non ci salvano le nostre preghiere ma gli atti concreti di amore verso chi soffre, chi è emarginato. Una lezione che san Martino (317-397), vescovo di Tours, ha imparato e soprattutto ha praticato.

Il suo biografo e anche contemporaneo, lo storico Sulpicio Severo, ci racconta che Martino, giovane ufficiale dell’esercito imperiale romano, mentre si preparava a ricevere il battesimo (era catecumeno), durante l’inverno incontrò un povero infreddolito, si tolse il mantello militare e con la spada lo divise a metà. Una metà la tenne per sé, con l’altra ricoprì il povero. Nella notte seguente Martino sognò Gesù. Era ricoperto della metà del suo mantello e gli disse: «Martino, ancora catecumeno, mi hai ricoperto con il tuo mantello!».

Questo episodio della vita di san Martino, ricordato dalla tradizione cristiana, è il migliore commento del Vangelo che oggi ascoltiamo. Una comunità che ha scelto san Martino come patrono è chiamata a seguire il suo esempio di amore concreto verso i poveri.

 

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