L’insegnamento che Gesù, oggi, rivolge ai suoi discepoli riguarda l’uso della ricchezza.

Il Vangelo di Marco (capitolo 10, versetti 17-30) ci presenta un racconto che possiamo dividere in tre momenti:
1) il giovane ricco che rifiuta la chiamata di Gesù;
2) il pericolo delle ricchezze che possono escludere dal Regno di Dio;
3) la ricompensa per coloro che hanno saputo lasciare tutto per seguire Gesù.

Il Maestro si trova sulla strada che conduce a Gerusalemme quando un tale gli corre incontro e gli chiede che cosa deve fare per ottenere «la vita eterna». Gesù propone i valori fondamentali dell’Alleanza con Dio che sono i comandamenti e mette in evidenza quelli che riguardano il prossimo. La risposta del giovane è presuntuosa: «Tutte queste cose le ho osservate fin dalla giovinezza». Evidentemente si è trattato di una obbedienza solo formale perché di fronte alla proposta di Gesù: «Và, vendi quello che hai e dallo ai poveri, e avrai un tesoro in cielo; e vieni! Seguimi!», il giovane se ne andò rattristato perché possedeva molto beni.

È a questo punto che Gesù parla delle ricchezze che prendono totalmente la vita dell’uomo, lo rendono schiavo e gli impediscono di entrare nel Regno di Dio: «Figli, quanto è difficile entrare nel Regno di Dio! È più facile che un cammello passi per la cruna di un ago che un ricco entri nel Regno di Dio». Di fronte allo stupore dei discepoli che pensano che allora nessuno possa salvarsi, Gesù afferma: «Impossibile agli uomini, ma non a Dio! Perché tutto è possibile a Dio». La ricchezza chiude il cuore dell’uomo, lo rende insensibile alle sofferenze degli altri, lo isola nel proprio egoismo. Dio può cambiare il cuore dell’uomo e lo chiama a condividere con gli altri ciò che possiede.

Nell’ultima parte Pietro dice a Gesù: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito». Gesù risponde che chi ha lasciato tutto riceve, già ora, «cento volte tanto» insieme a persecuzioni e «la vita eterna nel tempo che verrà». Chi dona, dice Gesù, riceve la gioia, sperimenta la bellezza dell’amore. Certo non ha una vita facile, deve andare contro corrente ma, alla fine, parteciperà alla stessa vita di Dio.

Come sempre la Parola di Dio ci invita a riflettere, a confrontare la nostra vita con l’insegnamento di Gesù. Essere cristiani, discepoli di Cristo, significa seguirlo, andare per la sua stessa strada: impegnativa, ma che ci porta alla gioia perché «C’è più gioia nel dare che nel ricevere».

 

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