Da oggi, per cinque domeniche, interrompiamo il racconto di Marco per ascoltare un intero capitolo, il sesto, del Vangelo di Giovanni. Il motivo di questa interruzione è semplice: il Vangelo di Marco è il più breve e quindi viene integrato da quello di Giovanni. Iniziamo quindi il sesto capitolo del Vangelo di Giovanni (capitolo 6, versetti 1-15) con il racconto della moltiplicazione dei pani. Un avvenimento presente in tutti i Vangeli con sfumature diverse. Giovanni dice chiaramente che si tratta di un “segno”, un evento reale ma che rimanda a una realtà più profonda: Gesù rivela se stesso come pane di vita.

Oggi ascoltiamo il fatto.

Una grande folla seguiva Gesù perché vedeva i segni che compiva sugli infermi. Il Maestro sale sul monte, come nuovo Mosè, e alla vista di tanta gente domanda a Filippo «Dove potremo comprare il pane perché costoro abbiano da mangiare?».
È una domanda provocatoria, Gesù «sapeva quello che stava per compiere».
Andrea fa notare che c’è solo un ragazzo che ha cinque pani d’orzo e due pesci ed è disposto a condividerli con tutti.
Gesù fa sedere la gente sull’erba, «prese i pani e, dopo aver reso grazie, li diede a quelli che erano seduti, e lo stesso fece con i pesci, quanti ne volevano».

Il Vangelo non parla di moltiplicazione ma di distribuzione. Tutti mangiano a sazietà, Gesù dà ordine ai discepoli di raccogliere i pezzi avanzati e riempiono dodici canestri. È una specie di banchetto aperto a tutti.

I profeti avevano parlato del Messia come di colui che avrebbe imbandito un banchetto, cioè avrebbe offerto salvezza, a tutti gli uomini. La gente intuisce e dice: «Questi è davvero il profeta [promesso da Mosè], colui che deve venire nel mondo» e volevano prenderlo per farlo re, ma Gesù si ritira solo sul monte.

Il significato di questo “segno” sarà approfondito dal discorso che Gesù terrà nella sinagoga di Cafarnao e che ascolteremo nelle prossime settimane. Ma intanto possiamo fare una semplice riflessione: Gesù dà da mangiare a tutti perché c’è un ragazzo disposto a condividere quel poco che ha, cinque pani d’orzo e due pesci.
La condivisione – il privarci di qualcosa per gli altri – non ci rende poveri, ma arricchisce tutti. È una riflessione che dovremmo fare costantemente di fronte alle necessità di tante persone.

 

 

 

 

 

 

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