Il nome di questa giornata – domenica delle Palme e della Passione del Signore – ricorda i due riti che la caratterizzano: la benedizione delle palme e dell’olivo che ricordano l’ingresso di Gesù in Gerusalemme, e la lettura della Passione del Signore che ascoltiamo nella Messa.

Quest’anno leggeremo il racconto dell’evangelista Marco. Sono due capitoli (il capitolo 14 e il capitolo 15 fino al versetto 47) che vale la pena leggere direttamente sul Vangelo, anche un po’ alla volta, per seguire gli ultimi avvenimenti della vita di Gesù che ricorderemo in questa Settimana Santa.

Il racconto di Marco è essenziale. L’evangelista mette in evidenza alcuni aspetti.

    1. Nella cena pasquale che Gesù consuma con i suoi amici «nella notte in cui fu tradito», il Signore, nel segno del pane spezzato e del vino versato, ci fa capire il senso della sua morte: sarà il supremo atto di amore, offrirà la sua vita, verserà il suo sangue per la salvezza di tutti.
    2. Altro aspetto messa in evidenza da Marco è la solitudine in cui si trova Gesù. Giuda lo tradisce, Pietro lo rinnega, gli altri amici lo abbandonano, anche la folla gli volta le spalle e chiede la sua crocifissione. Sulla croce, Gesù sperimenta il silenzio di Dio e si rivolge a lui con le parole del salmo: «Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?».
    3. Infine, proprio accettando la sua morte in croce, Gesù rivela la sua divinità. Sarà un pagano, il centurione, a riconoscerla: «Il centurione che si trovava di fronte a lui, avendolo visto spirare in quel modo, disse: “Davvero quest’uomo era figlio di Dio”».

Le parole del centurione sono il vertice di tutto il Vangelo di Marco. L’evangelista aveva iniziato il suo racconto presentandoci Gesù come Cristo (Messia) e Figlio di Dio. Pietro l’aveva riconosciuto come Messia promesso e Gesù aveva parlato di un Messia che avrebbe salvato il mondo con la sua morte in croce. Ora il centurione lo riconosce Figlio di Dio proprio nel momento della morte.
Ripetiamo al Signore crocifisso l’antica preghiera: «Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo perché con la tua croce hai redento il mondo».

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